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Il Negroni: Storia dell’aperitivo più famoso al mondo

Gustoso e dal caratteristico colore rosso intenso, il Negroni nasce da un’idea del Conte Camillo Negroni: ecco la sua storia

Il Negroni, l’aperitivo più famoso al mondo, è nato a Firenze nel 1919 da un’idea del Conte Camillo Negroni, a cui deve il nome. Il nobile cosmopolita, infatti, aveva vissuto a Londra e negli Stati Uniti, nel Wyoming e a New York, imparando i segreti della miscelazione anglosassone. Proprio a New York, poi, aveva assaggiato l’Americano, per certi versi il cocktail che ha ispirato il Negroni, nel quale alla soda si sostituisce il gin.

Tornato a Firenze, il conte volle ricreare le atmosfere vissute nei suoi viaggi anche in Italia, dove propose un cocktail all’americana: fu quello il momento in cui nacque il Negroni, a base di Gin, Campari e Vermouth rosso. Ironico a dirsi, questo cocktail all’americana divenne in breve tempo un prodotto di punta del Made in Italy e degli aperitivi all’italiana, sostituendo rapidamente lo Spritz e divenendo quasi famoso quanto l’Old Fashioned.

Scarselli e Picchi, personaggi chiave per la diffusione del Negroni… ieri e oggi

Secondo la leggenda, a mettere in pratica l’idea del conte Negroni fu un giovane ragazzo di bottega, Franco Scarselli, che lavorava nella drogheria Casoni in via de’ Tornabuoni, al posto della quale sarebbe stato aperto pochi anni dopo il Caffè Giacosa.

Oggi il caffè non esiste più e al suo post troviamo invece la boutique Cavalli, ma a mantenere in vetta lo status del Negroni nel mondo ci pensano comunque bartender e appassionati di miscelazione e cocktail. Ad esempio, il bartender Luca Picchi è una massima autorità per quanto riguarda il Negroni: Picchi, infatti, ha scritto un libro edito da Giunti intitolato Negroni Cocktail, una leggenda italiana e in un altro storico locale di Firenze, il Caffè Gilli, propone il suo Negroni e numerose varianti create in giro per il mondo e raccolte nel suo libro.

Il Conte Negroni

Credit: BlueBlazer

Eclettico e brillante, il Conte Negroni sembrava quasi un personaggio degno dei migliori romanzi: impavido cowboy e giocatore d’azzardo, maestro di scherma e sempre un passo avanti rispetto al suo tempo: a Firenze era solito guidare una delle prime auto che circolavano in città, sempre elegante con il suo cappello a cilindro.

Il Conte Negroni poteva essere frequentemente visto seduto a bere un drink, soprattutto al bancone di Casoni, e in un’intervista degli anni Sessanta fu proprio Fosco Scarselli a dichiarare che il conte poteva bere anche quaranta drink di seguito, eppure non lo aveva mai visto ubriaco.

Negroni & Negroni: dalle origini alle variazioni sul tema

Il segreto del Negroni e del suo fascino sta anche nell’estetica: inizialmente il cocktail era servito nel calice da cordiale e non nel tumbler che viene normalmente utilizzato oggi. Il Conte Negroni, inoltre, era solito guarnire il suo drink con una fetta d’arancia, gesto che divenne una firma del Conte stesso. Per quei tempi, infatti, era un atto distintivo e un vero e proprio lusso, dato che, come sottolinea anche Picchi, erano tutti soliti utilizzare solo una fetta di limone.

Dopo la sua nascita, il Negroni cominciò a diffondersi rapidamente da Firenze al resto dell’Italia, prima come un Americano rielaborato alla maniera del Conte Negroni, poi iniziò a guadagnarsi la sua fama autonoma semplicemente come Negroni, creato miscelando Gin, Campari e Vermouth rosso in un rapporto un terzo, un terzo, un terzo.

La fama del cocktail rosso rubino, a partire dagli anni Quaranta, divenne anche internazionale: il bartender e docente Mauro Mahjoub – fondatore nel 1998 del Negroni Bar a Monaco di Baviera – afferma infatti che vi sono testimonianze del drink nel ricettario del Floridita a Cuba nel 1939, riportato però con il nome di Negrone, mentre viene citato nel 1949 in un volume spagnolo.

Oggi si trovano invece numerose varianti del Negroni, come il famoso Negroni sbagliato, opera di Mirko Stocchetto del Bar Rosso di Milano, dove lo spumante Brut sostituisce il Gin. Il già citato Mahjoub, invece, ha creato il Negrosky con la vodka al posto del gin e il Tegroni, a base di Tequila.

Un modo, questo, di celebrare e rendere omaggio al cocktail più venduto al mondo!

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